Articolo di Gazzetta del Mezzogiorno del 2014

I sapori del pistacchio oro verde di Stigliano

di FILIPPO MELE

STIGLIANO - Andar per pistacchi in Basilicata? Si può. A Stigliano, la capitale della collina materana, un tempo centro cerealicolo di primaria importanza. Ed ora capitale lucana e, con Bronte, in Sicilia, del Sud Italia, di questo prodotto che si pensava fosse prerogativa di altri Paesi. Così, chi volesse ammirare una grande coltivazione di pistacchi, si dice la più grande in Italia, o acquistarlo sia naturale sia trasformato in crema per dolci e gelati o addirittura in pesto, non ha che da rivolgersi all’azienda che ha inventato 20 anni fa questa produzione: la Grancia di Innocenzo Colangelo, lungovalle del Sauro. Colangelo, però, pioniere dell’o ro verde di Stigliano e dell’agricoltura di Basilicata, è mancato alcune settimane fa. Proprio mentre un gelato prodotto col suo pistacchio veniva premiato ad Orvieto al Festival d’Italia. Gelato presentato dalla Nives bar gelateria di Nemoli.

Quando si dice che la Basilicata non ha confini. Ora la Grancia viene gestita da Vincenzo Ricciuti che ha messo a disposizione il suo cellulare (tel. 349 / 572.27.45), per chi volesse visitare azienda e piantagione, capire i sistemi produttivi, assaggiare o comprare i suoi prodotti. «Chi vuole – ha detto Ricciuti – può chiamarmi. Il gelataio che ha vinto il terzo premio d’Italia, Emilio Panzardi, viene da noi a prendere il preparato per fare il suo gelato. Siamo contenti di questo risultato anche se la trasformazione viene fatta da una azienda pasticciera di Bronte». Ma come venne in mente a Colangelo di produrre pistacchi? «Una ventina di anni fa vennero qui alcuni suoi amici greci che guardando il territorio della valle del Sauro gli dissero che poteva essere adatto a questa produzione poiché simile a quello greco. Da qui l’idea. Iniziò con 5 ettari. Ora alla Grancia ci sono quei 5 in produzione, altri 5 che lo sono entrati da 2-3 anni, ed altri 5 che sono in fase di maturazione».

Coltivazione remunerativa? Il nostro interlocutore ha risposto con franchezza: «Sì, lo è anche se i tempi di produzione sono medio-lunghi e le piantine hanno ancora un costo abbastanza elevato». L’oro verde di Stigliano, quindi, potrebbe fare lo stesso percorso di quello rosso, la fragola, del Metapontino. In tutte le avventure ci vogliono i pionieri. Come, nel caso, Colangelo. Ma perché il pistacchio stiglianese sarebbe così buono? «Perché – ha concluso Ricciuti – è un prodotto fresco. Non è salato e tostato e poi conservato come quello che arriva dall’estero. Il nostro frutto è utilizzato subito sul mercato o trasformato in crema per pasticceria e gelateria od in pesto». Provare per credere.

 

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